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Sport da combattimento: approccio integrato agli infortuni

di WEB NUTRITION Admin
Sport da combattimento: approccio integrato agli infortuni

Esistono discipline sportive che espongono maggiormente i soggetti che le praticano al rischio di lesioni e traumi importanti.
Ma quali sono i più comuni e chi rientra nella categoria degli sport da combattimento?

Con il termine sport da combattimento intendiamo un incontro tra due atleti che combattono tra di loro.
Sono diverse le discipline che rientrano in questa categoria:

  • Pugilato
  • Kickboxing
  • Muay Thai
  • Judo
  • Lotta

tutte discipline che, per le loro caratteristiche, si differenziano tra di loro enormemente.
Date le notevoli esigenze fisiche degli sport da combattimento, gli infortuni sono molto più frequenti che in altri sport.
Nell'MMA, per esempio, una serie di studi, ha rilevato un tasso di infortuni di 24-29 per 100 partecipazioni ai combattimenti.
Questa altissima percentuale implica il fatto che sia la prevenzione che il trattamento rappresentano una parte fondamentale della gestione di un atleta.

Gli infortuni sono molto frequenti e richiedono interventi mirati per arrivare alla causa che li ha determinati e curare il danno provocato all'atleta

Il modello di prestazione estremamente complesso di questi tipi di sport implica una sollecitazione estrema del sistema muscolo scheletrico e rende chiaro il concetto che, la gestione di una situazione del genere, può essere affrontata soltanto con un team di professionisti provenienti da diversi ambiti specializzati: medici ortopedici, anastesisti, radiologi, fisioterapisti, terapisti occupazionali, infermieri, nutrizionisti ed osteopati che lavorino in modo multidisciplinare.

Infortuni negli sport da combattimento: quali sono e trattamento riabilitativo

Molte sono le patologie che colpiscono questi atleti e, prendendo in considerazione alcuni esempi di intervento terapeutico, è possibile darne una valutazione.

La postura può generare eventuali infortuni?

Spesso viene etichettata come causa di molti infortuni che colpiscono gli atleti, ma la prima domanda da porsi è se questa è frutto di adattamenti funzionali e quale possa essere la sua correlazione con l'insorgenza di eventuali infortuni.
Per esempio:

La sindrome da impigement che colpisce la spalla oltre che dai colpi con relativo impatto che si verifica è anche correlata a posture dovute a esigenze specifiche come la posizione di guardia che viene insegnata agli atleti per proteggere il mento mentre lanciano il jab.
Molti atleti rimangono in questa posizione, continuando a coprirsi il mento, anche al di fuori delle competizioni generando un posizionamento anomalo della scapola nel tempo che, a sua volta, determinerà stress con possibili lesioni al sovraspinato se non si interviene con un lavoro di correzione.

Alcuni degli adattamenti tipici della postura degli atleti negli sport da combattimento sono inoltre:

spalle anteposte dovute a "modelli dominanti" in specifici tipi di sport da combattimento come wrestling, judo e jiu jitsu.
Con questi atleti il lavoro preventivo sarà incentrato sull'attivazione del core per migliorare la meccanica dei pattern respirazione e quelli rotazionali.
Il primo obiettivo, a livello riabilitativo, è normalizzare completamente la capacità di mobilità toracica, la mobilità costale e la mobilità cervicale attraverso interventi manuali combinati a esercizio terapeutico facendo in modo che i pazienti normalizzino i movimenti scapolari riducendo lo stress sulle strutture legamentose e muscolari dell'articolazione gleno-omerale.

Importante anche una valutazione della mobilità lombare e dell'anca e la stabilità lombo-pelvica in quanto, molti di questi pazienti, usano soltanto la parte superiore del corpo per alimentare i pugni invece di ruotare attraverso i fianchi e la cintura pelvica.

Proposte di esercizio correttivo

La maggior parte di questi atleti di sport da combattimento ha bisogno di molto lavoro sul gluteo.
Alcuni di loro possiedono glutei molto forti ma non possono utilizzare al meglio questa forza a causa del rapporto di squilibrio con i flessori dell'anca; risultato della postura tipica dei combattenti rispetto a una carenza di estensione.
Sebbene essere in estensione potrebbe non essere "specifico dello sport" questo è parte integrante degli esercizi correttivi che gli atleti di sport da combattimento devono fare al di fuori del loro allenamento di abilità.

Il "benefico" allenamento dei glutei per:

Dolore anteriore all'anca

La diminuzione della produzione di forza dal gluteo massimo durante l'estensione dell'anca è associata a un aumento della traslazione anteriore del femore nell'acetabolo (Lewis et al. 2007).
L'aumento dello scivolamento anteriore del femore potrebbe portare a un aumento delle forze di taglio e dell'usura sulle strutture articolari anteriori dell'anca.

Dolore al ginocchio

I glutei inibiti possono portare a uno scarso controllo del femore con dolore del ginocchio.
Se un atleta non ha sufficiente forza del gluteo, un movimento completo dell'estensione dell'anca o scarso controllo del cingolo pelvico, si determina un sovraccarico di attivazione del quadricipite che si ritrova a svolgere un lavoro superiore al normale mettendo sotto stress l'articolazione del ginocchio (Rane, Bull 2016).
I glutei deboli possono anche portare ad un femore ruotato internamente o a una posizione del valgo del ginocchio (mettendo tensione e stress su alcuni legamenti e muscoli).
Naturalmente, seguendo la catena cinetica verso il basso, questo potrebbe potenzialmente portare anche a un problema di sovraccarico funzionale della caviglia (Goo et al. 2016).

Le lesioni muscolari: come intervenire

Lesioni o rotture dell'unità muscolotendinosa (MTU) possono verificarsi negli sport di combattimento e sono dovute alle prese di alcune posizioni estreme in cui il corpo è forzato.
È fondamentale lavorare su una combinazione di flessibilità statica, dinamica e balistica con enfasi sul range of motion finale ed eseguire, inoltre, esercizi di rafforzamento e potenza attraverso l'intero ROM, in particolare, con esercizi di rafforzamento nel ROM finale che risultano fondamentali nella prevenzione di questa tipologia di lesioni.

Al verificarsi di un infortunio e dopo un breve periodo di immobilizzazione, l’atleta deve lavorare su esercizi di stabilità dinamica neuromuscolare per aiutare i muscoli a compensare l'instabilità dei legamenti e della capsula.
Si utilizza un approccio conservativo per il mantenimento delle altre capacità fisiche anche durante il periodo di immobilizzazione.
Il paziente esegue esercizi cardio, di rafforzamento, stretching degli arti inferiori, esercizi per il core, scapolotoracici, esercizi di forza massima del braccio e per l'articolazione gleno-omerali e della cuffia dei rotatori quando il momento è appropriato.

In questo specifico settore sportivo, si osservano, inoltre, una grande quantità di tendiniti dei flessori dell'anca come risultato di calci ripetitivi.
Solitamente, vengono trattati con stretching dinamico del flessore dell'anca, terapia manuale, dry needling ed esercizi incentrati sui muscoli abduttori con accentuazione sulla fase eccentrica per i muscoli flessori dell'anca.

Altra patologia tipica è quella della sindrome di impingement tendinite della cuffia dei rotatori.
Per queste lesioni, come detto in precedenza, è importante lavorare sulla cuffia dei rotatori e sulla capacita di movimento della scapola.
Il Crosstraining è uno dei modi migliori per coinvolgere muscoli e articolazioni che gli atleti sportivi da combattimento non usano come parte del loro regime di allenamento regolare per ridurre i rischi di un' eccessiva specializzazione.
È importante scegliere un altro sport o movimento che utilizza diversi gruppi muscolari per migliorare l'equilibrio muscolare e la stabilità complessiva.

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